No, non parliamo di Tresette, Rubamazzetto o Scala quaranta, ma
poco ci manca.
Ci riferiamo all' ultima brillante idea della Provincia di Udine:
"Carte della cittadinanza contro il degrado", ovvero come
leggiamo dalla cronaca "ogni quartiere stringe una sorta di
contratto etico tra i residenti" per combattere degrado e
prostituzione. Mah!
Già c'è da capire cosa c'èntri la Provincia con materia di
stretta competenza delle singole amministrazioni locali e delle forze
di polizia, poi l' idea balzana che situazioni così si risolvano a
carte bollate oppure mettendo a punto "sistemi integrati
informativi per la raccolta dati sulla sicurezza ma anche predisporre
un sistema di coordinamento delle forze di polizia" ha veramente
dell' assurdo.
In pratica la Provincia di Udine con Fontanini si sta proponendo
di rifare e rispendere quello che ha già fatto la Seganti in Regione
con i ben noti risultati.
Da tempo la Polizia Provinciale è stata propagandisticamente
distolta dai compiti che aveva sempre svolto per impegnarla nella
sorveglianza stradale che è già svolta da Comuni, Polizia e
Carabinieri.
Ecco, propaganda è la parola giusta, perchè attualmente la
Provincia di Udine non si occupa che di questo, visto i capitoli di
bilancio che impegna in uffici stampa camuffati e campagne
promozionali.
La Provincia si occupi piuttosto dei compiti propri, senza andare ad
invadere il campo altrui solo in cerca di inutile protagonismo.
In Italia, per restare alla gestione dell' ordine pubblico abbiamo fin
troppa confusione: Procuratori della Repubblica, Questori, Prefetti,
Sindaci, Polizia, Carabinieri, Polizia Locale... ci manca solo che si
aggiunga anche la Provincia ad ingarbugliare la situazione.
Gli assessori si concentrino invece nel recuperare l' efficienza
dell' Ente e delle sue Partecipate che fanno acqua da tutte le parti.
Gli stessi uffici provinciali chiedono una razionalizzazione nella
gestione delle risorse interne a cominciare dalla gestione dei mezzi
e dei rientri giornalieri.
Un' emergenza su cui i "nostri" potrebbero concentrarsi
è la gestione dei Centri per l' Impiego, che sono al
centro delle richieste pressanti dei friulani in cerca di lavoro, ma che non riescono a
dae risposte sufficientemente adeguate. Lì ci sono capacità che
attendono di essere riorganizzate ed utilizzate e c'è un sicuro interesse da parte dei cittadini.
giovedì 29 agosto 2013
martedì 6 agosto 2013
Al cittadin non far sapere...
Agosto, caldo infernale, gente rintanata in casa o in ferie. Quale periodo migliore per discutere pubblicamente della rovinosa condizione delle società partecipate dalla Provincia di Udine? Tanto anche se alla stampa "scappa" di scrivere qualcosa, nessuno lo legge.
Ieri in un clima infuocato si è svolto un consiglio provinciale fiume, iniziato alle 9.30 e terminato alle 18.30.
Se siete tra i pochi che hanno letto il giornale, sembra quasi che Front Furlan fosse assente oppure dedito alle frivolezze della neo assessora Asia Battaglia.
Siccome invece c'eravamo e ci siamo (e abbiamo) fatto un mazzo tanto, riportiamo gli interventi del nostro consigliere Federico Simeoni sugli argomenti più importanti.
Approvazione modifiche allo Statuto del Consorzio per lo sviluppo industriale dell' Aussa-Corno
Messa in liquidazione di EXE SpA
Tutti i nodi vengono al pettinee i nodi Aussa Corno ed Exe son belli grossi. Così com'è tanta la polvere nascosta sotto il tappeto elettorale di Fontanini da far rischiare l' allergia all' intera Provincia.
Un buco da € 2.300.000 su un capitale di 5.000.000 non è una cosa su cui soprassedere spensieratamente, soprattutto per le responsabilità patrimoniali che ne derivano a tutti i consiglieri che si sono assunti l' onere di amministrare questo Ente.
Ci dispiace constatare che invece si preferisca buttarla in "caciara" trasferendo il dibattito dal merito alla contrapposizione che qui centra come i cavoli a merenda.
"Exe è funzionale al gestore unico ed è l' unica azienda del settore gestita da centrodestra" dichiarazioni del capogruppo PDL
Questa è una logica che rifiutiamo in quanto indipendentemente dalle appartenenze, qui siamo chiamati a fare gli interessi dei friulani e non a giocare con i monopoli o con i risiko di partito.
Al di là delle battute, che lasciano il tempo che trovano, dovendo attenerci ai fatti, i documenti prodotti dalla Società e l' audizione della settimana scorsa, ci hanno consegnato la fotografia di una scatola vuota, in cerca sia di contenuti che di una mission che il socio di riferimento non è mai stato in grado di darle.
Un impressione pessima, suffragata dall' assenza del presidente Soldati che ha preferito delegare un consigliere di amministrazione che ci ha fatto un illustrazione della situazione societaria degnevole di giustificazione sul libretto scolastico.
Obbiettivi e piani industriali non se ne sono visti, di una previsione di quella che immaginiamo sarà la voragine nel bilancio 2013 non c'è nemmeno l'alba...
Unica certezza che ci è stata trasmessa è che il socio di maggioranza si è sempre relazionato con il managment aziendale e ne ha sempre assecondato le scelte.
Di fatto in questo momento EXE si trova nell' incapacità di operare in qualsiasi settore e con i costi elevati della sua struttura (€ 600.000 per 9 dipendenti) e l' erosione progressiva del capitale sociale, dubitiamo riesca ad attrarre i capitali privati necessari agli investimenti prospettati per la sopravvivenza.
La netta sensazione è quella che si voglia mantenere in vita il moribondo solo per portare la maggioranza che oggi guida la provincia sul tavolo delle trattative del gestore unico, dare al Presidente la possibilità di giocare al Metternich della situazione, a qualcun altro di continuare a lucrare nelle consulenze del settore ambientale e a qualcun altro ancora di coprire le responsabilità.
Noi riteniamo invece che fintanto che alla Provincia verrà mantenuto il ruolo di controllore nel settore ambientale e dei rifiuti vada eliminato il conflitto di interessi tra gestori ed Ente. La Provincia ha il ruolo istituzionale di controllore e non deve in nessun caso entrare in commistione con le figure e con le responsabilità dei soggetti che deve controllare.
Se proprio volete giocare al monopoli istituzionale o a fare gli imprenditori, ebbene, fatelo con i vostri soldi e non con quelli del contribuente.
Al fine di evitare maggiori danni al capitale sociale e conseguentemente all' erario pubblico, Front Furlan non chiede, ma pretende l' avvio immediato della procedura di liquidazione di EXE e di tutte le sue società partecipate.
Ordine del Giorno per il passaggio dei Comuni di Cinto Caomaggiore e Sappada rispettivamente alla Provincia di Pordenone e alla Provincia di Udine
Ieri in un clima infuocato si è svolto un consiglio provinciale fiume, iniziato alle 9.30 e terminato alle 18.30.
Se siete tra i pochi che hanno letto il giornale, sembra quasi che Front Furlan fosse assente oppure dedito alle frivolezze della neo assessora Asia Battaglia.
Siccome invece c'eravamo e ci siamo (e abbiamo) fatto un mazzo tanto, riportiamo gli interventi del nostro consigliere Federico Simeoni sugli argomenti più importanti.
Approvazione modifiche allo Statuto del Consorzio per lo sviluppo industriale dell' Aussa-Corno
Il
voto
che
viene
richiesto
oggi
vorrebbe
essere
fatto
passare
come
un
mero
adempimento
tecnico
che
nelle
finalità
dovrebbe
favorire
l'
ingresso
di
capitali
freschi
attraverso
la
cessione
di
quote
a
nuovi
soggetti.
Finalità
lodevoli
se
si
trattasse
di
ricercare
l'
ingresso
di
compartecipazioni
di
capitali
privati,
quando
invece
sappiamo
benissimo
che
l'
unico
scopo
è
creare
le
condizioni
per
l'
ingresso
di
ulteriore
capitale
pubblico,
visto
che
fino
ad
oggi
si
è
fatta
menzione
del
solo
Interporto
di
Cervignano,
altro
carrozzone
pubblico
in
mano
ad
altre
società
pubbliche
riconducibili
alla
Regione.
Comprendiamo
benissimo
che
il
Consorzio
per
lo
sviluppo
industriale
della
zona
dell'
Aussa
Corno
debba
mantenere
lo
status
di
ente
pubblico
economico
partecipato
in
virtù
della
sua
legge
istitutiva
e
che
ciò
implichi
che
il
51%
delle
quote
debba
rimanere
in
mano
pubbliche
,
ma
troviamo
assolutamente
anomalo
che
il
capitale
sociale
si
trovi
in
mano
per
l'
80
%
a
Enti
pubblici
che
nel
proprio
statuto
non
hanno
finalità
imprenditoriali,
per
il
13%
a
Istituti
di
Credito
e
per
solo
il
7%
alle
aziende
che
usufruiscono
dei
servizi
del
Consorzio.
Vi
risparmio
l'
analisi
economica
che
è
stata
ampiamente
dibattuta
nelle
settimane
scorse
limitandomi
a
ricordare
che
Aussa
Corno
ha
chiuso
in
rosso
il
terzo
bilancio
consecutivo,
toccando
il
negativo
di
€ 1.600.000
per
il
2012,
con
una
struttura
che
per
rimanere
in
linea
di
galleggiamento
richiede
risorse
pari
a
4.000.000
€/anno
(pari
a
circa
800
€/anno
per
ogni
operaio
che
lavora
nelle
aziende
e
nell'
indotto
dello
ZIAC).
A
ciò
si
assomma
l'
indebitamento
di
€ 48.000.000
contratto
nei
confronti
delle
banche
per
una
cifra
pari
a
quasi
€ 100
per
ogni
abitante
della
Provincia,
solo
per
comperare
terreni
da
bonificare
e
rendere
edificabili.
Terreni
comperati
per
favorire
qualche
(im)prenditore
che
voleva
disfarsi
di
zavorre
improduttive.
Terreni
ed
immobili
che
adesso
non
riesce
a
vendere.
Se
fosse
vero
che
Aussa
Corno
è
la
più
grande
realtà
industriale
della
nostra
Regione
e
lo
fosse
anche
in
termini
di
redditività
reale
e
non
drogata
dall'
assistenzialismo
pubblico,
il
privato
sarebbe
in
prima
fila
a
godere
dei
benefici.
Questo
si
tradurrebbe
in
immediata
e
diversa
partecipazione
azionaria,
prevalentemente
privata
anzichè
pubblica.
Non
è
più
accettabile
che
quando
c'è
da
guadagnare
il
privato
ha
una
sua
posizione
predominante
e
quando
invece
c'è
da
rimettere
il
dovere
è
solo
del
Pubblico.
Ci
troviamo
invece
esattamente
nella
situazione
in
cui
l'
eccesso
di
interventismo
pubblico,
favorito
dalla
captazio
benevolenze
dei
partiti
ha
creato
una
voragine
che
adesso
ne
Provincia,
ne
Regione
ne
Comuni
sanno
come
sanare.
I
partiti
che
hanno
guidato
la
Provincia
e
Regione
negli
ultimi
5
anni
hanno
generato
un
clima
fatto
di
gestioni
commissariali,
assunzioni
facili,
indebitamenti
fuori
controllo
che
hanno
partorito
il
mostro
che
oggi
abbiamo
per
le
mani.
La
Provincia
ha
chiuso
colpevolmente
tutti
e
due
gli
occhi
assumendosi
la
paternità
di
un
debito
sciagurato
per
cui
adesso
non
si
trova
altra
soluzione
che
chiamare
in
soccorso
la
Regione,
che
in
queste
situazioni
viene
invocata
come
la
mamma
mentre
in
altre
più
comode
viene
respinta
come
matrigna.
Nel
frattempo
l'
ennesima
ditta
insediata
nel
Consorzio,
dopo
essere
stata
acquisita
da
capitali
stranieri
sta
delocalizzando.
Mi
sto
chiedendo
quale
follia
sia
passata
per
la
mente
del
socio
di
riferimento
e
dei
vertici
di
ZIAC,
che
hanno
preferito
investire
48
mln
invece
di
risolvere
i
problemi
che
da
40
anni
attanagliano
gli
insediamenti
industriali
e
che
non
sono
mai
stati
risolti:
-
parlo
del
miglioramento
dei
collegamenti
ferroviari
che
ridurrebbero
di
1/3
il
costo
di
trasporto
abbattendo
gli
attuali
3
€/Ton
del
trasporto
gomma
all'
1
€/Ton
medio
del
trasporto
su
rotaia
-
mi
riferisco
al
porto
in
cui
nel
1991
attraccavano
navi
da
10.000
Ton,
nel
1998
ridotti
a
5.000
Ton,
mentre
oggi
siamo
arrivati
alla
barzelletta
del
trasporto
su
chiatte...
E'
mancata
totalmente
l'
organizzazione
ed
una
strategia.
Occorre
trovare
soluzioni
e
strategie
immediate
perchè
se
ci
fermiamo
a
pensare
al
lungo
termine,
nel
lungo
termine
saremo
tutti
morti.
Senza
strategie
a
breve
e
medio
termine
rischiamo
di
avere
una
voragine
che
si
allargherà
di
anno
in
anno
e
con
la
fuga
delle
imprese
col
risultato
che
se
nessuno
interverrà
rapidamente,
quando
avremo
porto
dragato,
ferrovia
e
bretella
realizzati,
l'
Aussa
Corno
sarà
una
nuova
Sesto
San
Giovanni:
un
deserto
con
5.000
operai
a
casa.
Mentre
la
Provincia
è
ferma
a
pensare
come
risolvere
il
dilemma
a
cui
non
aveva
mai
pensato,
prestito
o
ricapitalizzazione
e
la
Regione
cincischia
sul
decidere
se
intervenire
con
Friulia,
con
Interporto
o
con
il
7°
cavalleggeri,
forse
sarebbe
il
caso
che
qualcuno
si
muovesse
per
rinegoziare
i
mutui
con
le
banche
coinvolgendole
nell'
acquisto
dei
terreni
e
spingesse
per
una
maggiore
partecipazione
dei
capitali
privati
nella
gestione
del
Consorzio.
Concludendo, per quanto riguarda il solo dato tecnico che tocca le modifiche statutarie, visto che queste potenzialmente potrebbero favorire l' ingresso di capitale privato con compartecipazione massima fino al 10%, cosa che Front Furlan auspica,
ripeto, solo per il mero dato tecnico ci tratteniamo dal dare una valutazione totalmente negativa al punto all' odg e in questa sessione ci asterremo, fermo restando il nostro giudizio totalmente negativo nella conduzione e nelle strategie praticamente assenti la cui responsabilità va ascritta a tutti i soci pubblici che fino ad oggi si sono limitati a guardare ed a lucrare dalle rispettive posizioni.
Concludendo, per quanto riguarda il solo dato tecnico che tocca le modifiche statutarie, visto che queste potenzialmente potrebbero favorire l' ingresso di capitale privato con compartecipazione massima fino al 10%, cosa che Front Furlan auspica,
ripeto, solo per il mero dato tecnico ci tratteniamo dal dare una valutazione totalmente negativa al punto all' odg e in questa sessione ci asterremo, fermo restando il nostro giudizio totalmente negativo nella conduzione e nelle strategie praticamente assenti la cui responsabilità va ascritta a tutti i soci pubblici che fino ad oggi si sono limitati a guardare ed a lucrare dalle rispettive posizioni.
Messa in liquidazione di EXE SpA
Tutti i nodi vengono al pettinee i nodi Aussa Corno ed Exe son belli grossi. Così com'è tanta la polvere nascosta sotto il tappeto elettorale di Fontanini da far rischiare l' allergia all' intera Provincia.
Un buco da € 2.300.000 su un capitale di 5.000.000 non è una cosa su cui soprassedere spensieratamente, soprattutto per le responsabilità patrimoniali che ne derivano a tutti i consiglieri che si sono assunti l' onere di amministrare questo Ente.
Ci dispiace constatare che invece si preferisca buttarla in "caciara" trasferendo il dibattito dal merito alla contrapposizione che qui centra come i cavoli a merenda.
"Exe è funzionale al gestore unico ed è l' unica azienda del settore gestita da centrodestra" dichiarazioni del capogruppo PDL
Questa è una logica che rifiutiamo in quanto indipendentemente dalle appartenenze, qui siamo chiamati a fare gli interessi dei friulani e non a giocare con i monopoli o con i risiko di partito.
Al di là delle battute, che lasciano il tempo che trovano, dovendo attenerci ai fatti, i documenti prodotti dalla Società e l' audizione della settimana scorsa, ci hanno consegnato la fotografia di una scatola vuota, in cerca sia di contenuti che di una mission che il socio di riferimento non è mai stato in grado di darle.
Un impressione pessima, suffragata dall' assenza del presidente Soldati che ha preferito delegare un consigliere di amministrazione che ci ha fatto un illustrazione della situazione societaria degnevole di giustificazione sul libretto scolastico.
Obbiettivi e piani industriali non se ne sono visti, di una previsione di quella che immaginiamo sarà la voragine nel bilancio 2013 non c'è nemmeno l'alba...
Unica certezza che ci è stata trasmessa è che il socio di maggioranza si è sempre relazionato con il managment aziendale e ne ha sempre assecondato le scelte.
Di fatto in questo momento EXE si trova nell' incapacità di operare in qualsiasi settore e con i costi elevati della sua struttura (€ 600.000 per 9 dipendenti) e l' erosione progressiva del capitale sociale, dubitiamo riesca ad attrarre i capitali privati necessari agli investimenti prospettati per la sopravvivenza.
La netta sensazione è quella che si voglia mantenere in vita il moribondo solo per portare la maggioranza che oggi guida la provincia sul tavolo delle trattative del gestore unico, dare al Presidente la possibilità di giocare al Metternich della situazione, a qualcun altro di continuare a lucrare nelle consulenze del settore ambientale e a qualcun altro ancora di coprire le responsabilità.
Noi riteniamo invece che fintanto che alla Provincia verrà mantenuto il ruolo di controllore nel settore ambientale e dei rifiuti vada eliminato il conflitto di interessi tra gestori ed Ente. La Provincia ha il ruolo istituzionale di controllore e non deve in nessun caso entrare in commistione con le figure e con le responsabilità dei soggetti che deve controllare.
Se proprio volete giocare al monopoli istituzionale o a fare gli imprenditori, ebbene, fatelo con i vostri soldi e non con quelli del contribuente.
Al fine di evitare maggiori danni al capitale sociale e conseguentemente all' erario pubblico, Front Furlan non chiede, ma pretende l' avvio immediato della procedura di liquidazione di EXE e di tutte le sue società partecipate.
Ordine del Giorno per il passaggio dei Comuni di Cinto Caomaggiore e Sappada rispettivamente alla Provincia di Pordenone e alla Provincia di Udine
venerdì 2 agosto 2013
Il contribuente paga le veline di Fontanini & co
Immaginiamo che molti cittadini come noi, si siano meravigliati della munificità con cui i settimanali "Il Friuli" e "La Vita Cattolica" trattino l' attività della Giunta del Presidente Fontanini, pubblicando le iniziative, anche le più insignificanti che Presidente e assessori imbandiscono in quel di Palazzo Belgrado.
Superato l' entusiasmo post-elettorale del nostro pluri decorato (e remunerato) Presidente e soprattuto andando a guardare la Caporetto gestionale che ha caratterizzato il suo ultimo mandato amministrativo (Exe e Aussa Corno docet) ha iniziato ad assalirci qualche dubbio.
Siamo noi i bastian contrari o i giornalisti son pagati in moneta sonante per suonarle e cantarle solo in onore a Sir Pieri da Basandiele?
Ci sono venute presto in soccorso due determine della Provincia dove, udite udite, pur paingendo miseria e bestemmiando contro il Patto di Stabilità si son trovati € 16.000 per conferire incarichi redazionali alla Società Euronews di Udine, quella che cura le pubblicazioni su "Il Friuli" e su "La Vita Cattolica".
Non male vero? Cresce così l' elenco degli sprechi dell' armata partitica che si è accampata in Piazza Patriarcato
Superato l' entusiasmo post-elettorale del nostro pluri decorato (e remunerato) Presidente e soprattuto andando a guardare la Caporetto gestionale che ha caratterizzato il suo ultimo mandato amministrativo (Exe e Aussa Corno docet) ha iniziato ad assalirci qualche dubbio.
Siamo noi i bastian contrari o i giornalisti son pagati in moneta sonante per suonarle e cantarle solo in onore a Sir Pieri da Basandiele?
Ci sono venute presto in soccorso due determine della Provincia dove, udite udite, pur paingendo miseria e bestemmiando contro il Patto di Stabilità si son trovati € 16.000 per conferire incarichi redazionali alla Società Euronews di Udine, quella che cura le pubblicazioni su "Il Friuli" e su "La Vita Cattolica".
Non male vero? Cresce così l' elenco degli sprechi dell' armata partitica che si è accampata in Piazza Patriarcato
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