giovedì 17 luglio 2014

Riforma costituzionale del Titolo V: occorre porre rimedio all' invenzione Friuliveneziagiulia

Il 17/07/2014 Front Furlan ha depositato il seguente

ORDINE DEL GIORNO DI INDIRIZZO per le modifiche al titolo V della Costituzione della Repubblica Italiana, inerenti lo status della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia



PREMESSO che la riforma costituzionale all'attenzione del Parlamento vuole cambiare volto all'aspetto istituzionale dell'Italia operando in due direzioni:
- ridurre i limiti parlamentari al potere governativo con la sostanziale abrogazione del Senato
- rendere più omogenea l'azione legislativa centrale con la riduzione degli spazi di autonomia regionale

RILEVATO che è interesse di questa Provincia, inserita nel contesto di una Regione a statuto speciale, capire cosa resterà del Friuli – Venezia Giulia alla fine di un percorso che ambiguamente sembra salvarne le attuali potestà ma rimanda ad un prossimo futuro cambiamenti più o meno concordati

CONSIDERATO che la riforma della parte di Costituzione di cui si sta occupando in questi giorni il Governo è il Titolo V dove si parla di Regioni

VISTO l'art.131 della Costituzione vigente che elenca le Regioni il quale continua a riportare la denominazione ufficiale Friuli-Venezia Giulia

VISTO che la legge costituzionale del 1963 che ha definito il nostro Statuto Speciale in vigore riporta anch' essa la denominazione ufficiale “Regione Friuli-Venezia Giulia”

RILEVATO che con le modifihe costituzionali effettuate nell' anno 2001 il nome della nostra Regione all'art. 116 è stato modificato passando da Friuli-Venezia Giulia a Friuli Venezia Giulia eliminando il trattino e che dette modifiche non hanno riguardato solo la nostra Regione ma anche il Trentino-Alto Adige diventato Trentino-Alto Adige/ Sudtirol e la Valle d'Aosta diventata Valle d'Aosta/ Valle d'Aoste

CONSIDERATO che nei casi di Tentino-Alto Adige e Valle d' Aosta è stata aggiunta la denominazione, parziale o totale, nella lingua minoritaria che rappresenta la maggioranza della popolazione di quei territori

EVIDENZIATO che nel 2001 analoga modifica non è stata fatta anche per il Friuli e la Sardegna che si trovavano nelle medesime condizioni e le cui lingue sono state riconosciute dalla Legge 482 del 1999 in attuazione dell'art.6 della Costituzione

ATTESO che anche nel caso del Trentino-Alto Adige e Valle d'Aosta le modifiche apportate nel 2001 all'art.116 non sono state riportate all'art. 131

EVIDENZIATO che per quanto riguarda il Friuli-Venezia Giulia e il significato di Friuli le modifiche costituzionali non hanno solo formato un pasticcio legislativo ma hanno generato una doppia distruzione di identità: linguistica e geografica. Linguistica poiché si è voluto ridurre il significato costituzionale di una lingua minoritaria riconosciuta parlata però dalla maggioranza degli abitanti del Friuli. Geografica poiché sostanzialmente si è passati da una Regione costituita da due realtà geografiche, appunto il Friuli e la Venezia Giulia, ad una unica indistinta Friuli Venezia Giulia.
La cosa all'epoca è passata inosservata salvo la scorretta modifica di tutte le scritture ufficiali.
La questione non è banale e ripropone un tema storico, geografico e politico che la stesura originale della Costituzione aveva di fatto affrontato in via transitoria, in attesa che un trattato definitivo di pace decidesse sui confini della "patria".
Che cosa sia geograficamente il Friuli è noto e la sua connotazione storica moderna lo ripartisce in due parti, quella occidentale sotto il prevalente dominio veneto e quella orientale facente parte dei territori ereditari della corona asburgica.
La Venezia Giulia è una definizione geografica inventata in epoca e clima risorgimentale che per lo stato italiano stava ad indicare i territori del nordest non appartenenti allo stato italiano stesso e che venivano rivendicati per la presenza parziale di comunità italiane e soprattutto per fini strategici militari.
Gli irredentisti del periodo precedente la prima guerra mondiale, ma anche le organizzazioni politiche di lingua italiana non irredentiste, preferivano usare il termine di regione Giulia con riferimento a tre specifiche realtà distinte, l'Istria, Trieste e il Friuli. Dove per Friuli si intendeva l'area della Contea di Gorizia e Gradisca abitata da popolazioni di lingua italiane e friulana.
Giuridicamente la Venezia Giulia nasce alla fine della prima guerra mondiale e riguarda tutti i territori a nordest conquistati militarmente e in procinto di entrare a far parte organicamente del Regno d'Italia.
A parte la parentesi della Provincia del Friuli costituita tra il 1923 e il 1927 per motivi di ridimensionamento numerico degli sloveni nel collegio elettorale, la Venezia Giulia è un concetto geografico istituzionale indissolubilmente legato alla volontà espansiva italiana nell'area balcanica, alla logica della assimilazione delle popolazioni alloglotte ed a territori che le conclusioni della seconda guerra mondiale hanno per gran parte definitivamente attribuito ad altri stati.

VALUTATO che l' approssimarsi del dibattito parlamentare sulle modifiche costituzionali può essere l' occasione per risolvere le incongruenze di denominazione delle Regioni a statuto speciale elencate all'art.116.

tutto ciò premesso, il Consiglio Provinciale

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

ad attivarsi presso il Presidente della Giunta ed il Presidente del Consiglio della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Governo ed i parlamentari eletti in Regione, al fine di intraprendere ogni azione necessaria

- per aggiornare l'elenco delle Regioni di cui all'art.131 della Costituzione
Per il Friuli-Venezia Giulia non si tratta solo di ripristinare il trattino ma di prendere atto che il termine Venezia Giulia ha un significato storico politico deviante legato ad una stagione ormai finita e che deve essere relegata unicamente agli studi degli storici. Senza dimenticare che proprio il significato irredentistico che alla Venezia Giulia era stato attribuito e la sua gestione grettamente nazionalista hanno interagito in forma violenta con altri nazionalismi determinando la quasi totale scomparsa della cultura e della lingua italiana da una parte essenziale di quei territori.

- per dare alla nostra Regione una denominazione più corretta che può essere quella di "Friuli e Trieste". Il Friuli considerato unitariamente nelle sue due ex componenti veneta ed asburgica e l'area di Trieste costituita dall'ex zona A del Territorio Libero di Trieste che trattati di pace, più o meno contestati, hanno definitivamente attribuito all'Italia.

- per correttezza legislativa e per rispetto dell'art.6 della Costituzione che non distingue tra minoranze linguistiche che hanno alle spalle uno stato e minoranze che non lo hanno, il termine Friuli va accompagnato dalla sua traduzione Friûl in analogia a quanto fatto per il Sudtirol e la Vallee d'Aoste. Senza dimenticare che la stessa modifica va fatta anche per la Sardegna/Sardinia.

L' auspicio è che questo diventi un modo intelligente per celebrare il centenario della prima infausta guerra mondiale ed accettare seriamente una logica di avanzamento della unità Europea come spazio dove tutte le nazionalità, maggioritarie e minoritarie, possano trovare una loro sicura collocazione.

Il consigliere proponente
Federico Simeoni



Si ringrazia l' ex consigliere regionale Giorgio Cavallo per aver fornito il testo che ha ispirato la redazione dell' ordine del giorno depositato.

martedì 1 luglio 2014

Designazione nuovo Consigliere dal Cda del Convitto Nazionale P. Diacono di Cividale

Viste le dimissioni del rappresentante designato dalla Provincia di Udine all' interno del Cda del Convitto P. Diacono di Cividale, entro e non oltre il giorno 12/07/2014 si selezionano candidature da segnalare all' Amministrazione. info@frontefriulano.org





giovedì 17 aprile 2014

Front Furlan interviene sulle servitù militari

Solo a titolo esemplificativo le rammento la base di Rivolto e i poligoni del monte Bivera, dei Rivoli Bianchi e del Dandolo.
Su Rivolto abbiamo impatti da rumorosità, inquinamento da idrocarburi e danni alle residenze su cui si continua a glissare senza voler quantificare misure di mitigazione e risarcimenti.
I poligoni invece, ubicati anche in zone di elevato valore ambientale di interesse addirittura comunitario, penalizzano lo sviluppo turistico di vaste zone vocate e costituiscono grossa preoccupazione per potenziale inquinamento da metalli pesanti e forse isotopi radioattivi.
Tutti questi aspetti vanno posti sul piatto senza tentennamenti o atteggiamenti arrendevoli o servizievoli.
Il Friuli ha già dato.


giovedì 20 febbraio 2014

Mancano € 600.000 per la manutenzione delle strade provinciali

Rispondendo ieri a un nostro question time, l' assessore Mattiussi ha dichiarato che in seguito agli eventi metereologici di Gennaio e Febbraio per ripristinare i danni finora riscontrati la Provincia necessita di € 600.000, soldi che attualmente non sono nella disponibilità dell' Ente.
Ricordiamo che Front Furlan a dicembre, nella discussione del bilancio di previsione per il 2014 aveva chiesto la costituzione di un fondo per le manutenzioni straordinarie, che non è stato fatto ma che puntualmente si è rivelato necessario.
Paradossalmente, su 6 milioni di capacità di spesa della Provincia, oltre 3 milioni risultanvo vincolati sul sottopasso di Santa Caterina, opera che non è nemmeno a servizio della viabilità di competenza provinciale.
Riportiamo un intervento del consigliere provinciale Simeoni del 28 Gennaio scorso:
"Di che si lamenta Fontanini? Il patto di stabilità è solo una delle componenti che irrigidisce il bilancio della Provincia di Udine, ma la principale causa del blocco dei pagamenti è della sua dissennata politica da “Grandeur”.
Fontanini ha voluto interpretare il ruolo del “Mitterrand” del Friuli, caratterizzando il suo mandato con l' inaugurazione di grandi opere, dimenticando che la Provincia non è la municipalità di Parigi e soprattutto che le grandi opere con cui ha ingessato l' Ente sono tutte opere che non rientrano ne nelle disponibilità ne nell' utilità del patrimonio della Provincia di Udine.
Prima il sottopasso autostradale di Basaldella ed ora quello ferroviario di Santa Caterina, entrambe di competenza di Anas/Fvg Strade e che invece per la smania di apparire del Presidente sono entrambi finiti nel calderone, già macchinoso, della Provincia che così alla fine sta sottraendo risorse (3,1 mln per il solo 2014) per servizi a cittadini e comuni.
Giova poi rammentare che questa “smania” ha sottratto finanziamento e opera a Fvg Strade che non essendo soggetta a patto di stabilità poteva agevolmente togliere dal fuoco quelle castagne che proprio adesso Fontanini si accorge di non poter tenere in mano.
Caro Presidente, qui a forza di gridare al lupo, proprio tu stai fornendo tutte le sponde per far chiudere L' Ente che sei stato chiamato ad amministrare."


http://www.provincia.udine.it/comunicazioneistituzionale/lanotizia/Pages/201402201340.aspx

giovedì 6 febbraio 2014

Fontanini vuole la Polizia Provinciale come l' aviazione di Mussolini

INTERPELLANZA


- Avendo a riguardo al comunicato “Escalation furti e rapine: Progetto Friuli Sicuro” diramato dalla Presidenza in data 05/02/2014 in cui si anticipano i contenuti di un protocollo d' intesa tra Prefettura, Provincia e Comuni finalizzato prioritariamente a coordinare gli interventi delle forze di polizia statali e locali e a favorire sinergie operative,

- preso atto delle dichiarazioni del Capogruppo di maggioranza Carlantoni, riportate dalla stampa in data 04/02/2014, in particolare nei passaggi in cui egli afferma:
La Polizia Provinciale deve svolgere il pronto intervento in strada...”
Serve un servizio di 24 ore della Polizia Provinciale, ma a causa indisponibilità di uomini e mezzi non si riesce a garantire l' aiuto necessario”
E' mia intenzione chiedere con fermezza che si trovi il sistema per ripristinare questo servizio (interventi su fauna selvatica)...”

con la presente interpello il Presidente della Giunta per conoscere

- se il “Progetto Friuli Sicuro” rientri nelle linee programmatiche della maggioranza, in quanto non ve ne è traccia nella relazione di inizio mandato
- con quali motivazioni la Provincia promuove compiti di coordinamento degli interventi delle forze di polizia statali e locali non rientrando questi nelle prerogative delegate dalle leggi preordinate al nostro Ente
- quali risorse si intende mettere a disposizione sul territorio per la vigilanza e prevenzione degli atti di delinquenza comune, risultando già il personale ed i mezzi della Polizia Provinciale distratti dai compiti prioritari storicamente svolti (vigilanza faunistica, venatoria, ambientale) e univocamente apprezzati dai cittadini
- se il “Progetto Friuli Sicuro” risulti condiviso dall' intera maggioranza consiliare che sostiene la Giunta
- se per i compiti strettamente di vigilanza faunistica, venatoria, ambientale la Provincia ha in previsione la formazione di un tavolo di lavoro con Corpo Forestale dello Stato, Corpo Forestale Regionale, dei servizi veterinari delle ASS, del servizio Caccia e Risorse ittiche della Regione e rappresentanti delle riserve di caccia, che riguardi l' intero territorio provinciale e non solo quello del tarvisiano

Con osservanza



Federico Simeoni
consigliere provinciale
Fontanini presenta il Progetto Friuli Sicuro


Carlantoni : la Polizia Provinciale non si occupi di multe

venerdì 3 gennaio 2014

2014: sarà l' anno delle riforme degli apprendisti stregoni?

Mai iniziare quello che non si è capaci di concludere. Questo è l' insegnamento che dovrebbe essere dato ai molti apprendisti stregoni che in Regione negli ultimi 10 anni si sono cimentati nei vari tentativi di riforma degli Enti Locali.
I disastri degli Aster, delle Unioni dei Comuni, delle Comunità Montane sono sotto gli occhi di tutti.
Ora si prospettano nuovi ulteriori cataclismi che assumeranno il nome di elezione di secondo livello delle Province e fusioni di Comuni. Operazioni dettate da una delibera di generalità che allo stesso tempo è il riassunto di tutti i paradossi della italica pubblica amministrazione ed il cestino della specialità Regionale.
Inseguire il DDL Del Rio senza avere il coraggio ed il peso politico per andare a Roma ad imporre la riscrittura dello Statuto Speciale, portando a casa ulteriori competenze e risorse, è un po' come chiedere la scelta sul menu della mensa dei frati.
Senza poi tenere conto dei nefasti effetti di caos organizzativo a cui si espongono gli Enti Locali nel non remoto caso di presentazione ed accoglimento di impugnazioni alla Corte Costituzionale.
Fin dall' insediamento della Giunta Serracchiani come Front Furlan abbiamo chiesto dialogo e concertazione con Comuni e Province. Constatiamo invece che la Regione si preoccupa unicamente di far valere il proprio arrogante rapporto di forza calando le sue scelte dall' alto, prospettando di fatto un neo centralismo con fulcro su Trieste, a scapito di un Friuli indebolito privato di peso politico e di risorse finanziarie.
Tutta questa foga di produrre qualcosa di immateriale da mostrare ai propri ultrà di partito rischia di affossare la Specialità Regionale e minare definitivamente il rapporto di sussidiarietà che dovrebbe essere la base dell' organizzazione territoriale del Friuli.
Si è forzata l' Assemblea Regionale per bloccare la terza candidatura dei sindaci senza fare nemmeno un accenno formale al via libera alla loro candidatura al Consiglio Regionale o alla tanto promessa limitazione al secondo mandato per i consiglieri in carica.
Si stanno destrutturando le Province senza nessun barlume di garantire equilibri territoriali attraverso l' individuazione statutaria e finanziaria di due aree separate come potrebbero esserlo Friuli da una parte e area metropolitana di Trieste dall' altra.
Si vuole mescolare i Comuni ingarbugliando i meccanismi referendari che vedremo come riusciranno a far diventare prevaricanti le volontà dei municipi più grandi a scapito delle piccole comunità.
Dall' altra parte nessun accenno a metter mano alla legge elettorale mostro che regola le procedure di elezione dei nostri strapagati Consiglieri Regionali, blindando le decisioni delle segreterie dei partiti tradizionali contro ogni tentativo di accesso da parte dei movimenti civici ed autonomisti.
Cari Consiglieri Regionali friulani, chiedervi di farvi la forca da soli sappiamo bene che è una ingenuità troppo grossa da parte nostra, ma abbiate se non l' onestà morale, almeno il coraggio di mettere velocemente all' ordine del giorno della vostra assemblea questi argomenti.

Udine, 03/01/2013

Federico Simeoni
consigliere Provincia di Udine
Front Furlan